Valle Galeria, fenomenologia di un territorio conteso E’ stata condotta una esplorazione/mappatura per un processo-progetto-azione per interpretare i fenomeni di un territorio conteso per oltre 30 anni da conflitti ambientali e sociali (discarica di Malagrotta, raffineria, cave, depositi di gas e carburanti…). La chiusura della discarica nel 2013 ha sancito una “tregua” da consolidare con una energica azione di ricostruzione del paesaggio della valle per riportarvi qualità ed equilibrio ambientale e stimolarne la riappropriazione sociale. leggere il paesaggio, gli usi, le permeabilità, le materie. Riconoscere raschiamenti e ri-scritture: le rovine del passato e le macerie del presente, il mosaico temporale per individuare le aree disponibili al cambiamento. mappare il conflitto, spazializzare lo scontro sociale in difesa del paesaggio, tracciare una rete strategica della resistenza, ovvero un insieme di luoghi e pratiche vitali, re-attive. la comunità racconta: incontri, seminari ed un workshop per collocare in una dimensione spaziale desideri, esigenze, punti di vista degli abitanti utile per potenziali azioni di cura del paesaggio. Valle Galeria, la ricostruzione del paesaggio Agire con il paesaggio è una chiave interpretativa ed operativa insieme: ricercare nuove coerenze, sottrarre materie, costruire un racconto nel quale permanenza, riciclo e reinterpretazione diventano azioni concrete di trasformazione. La strategia adottata punta su tre processi/temi: Restituire valore. Si propone l’introduzione di una nuova copertura arborea e arbustiva per la rigenerazione naturale e la connessione spaziale del sofferente e frammentato paesaggio della valle Galeria. Il nuovo sistema boschivo si declina in differenti componenti a carattere spaziale e temporale variabile: bosco ri-generato (0-50 anni), contribuisce al ripristino della funzionalità attraverso azioni di rimboschimento; bosco di transito (0-20anni) è un sistema connettivo che stabilisce relazioni tra parti di territorio; bosco di sosta (0-20 anni) identifica spazi per l’inclusione sociale; bosco coltivato (0-20 anni) si colloca all’interno del sistema agricolo, è destinato alla produzione per la filiera legno-energia. Recuperare per riattivare. All’agricoltura è affidato il compito di produrre effetti sull’economia locale, sulle relazioni sociali, sui caratteri estetici e sulla qualità ambientale. Quattro paesaggi coltivati rispondono alle condizioni del luogo in favore dello sviluppo di spazi interconnessi dall’agricoltura. Paesaggi di prossimità, ai margini e all’interno delle aree edificate per generare socialità con la realizzazione di frutteti urbani, gestiti e condivisi dagli abitanti. Paesaggi di transizione, azioni di “pronto effetto” per restituire subito qualità ambientale con un paesaggio di odori (assenti da oltre 30 anni), da sostituire progressivamente con colture produttive. Paesaggi filtro, per la funzionalità ecologica dell’inquinato Rio Galeria, costituiti da essenze vegetali che lavorano per fito-estrazione, dopo 10 anni lasceranno spazio alle coltivazioni agricole. Paesaggi di continuità, mediazione funzionale e percettiva tra le coltivazioni esistenti e la nuova agricoltura. Trasformare mantenendo. Gli apparati produttivi non funzionanti (discarica, cave) o da disattivare (raffineria,…) possono diventare luoghi altri attraverso processi capaci di avviare nuovi cicli di vita, anche di minore intensità fino a contemplare forme di “abbandono programmato”. Le cave presenti nell’area vengono messe a sistema, con la prospettiva della totale dismissione. Per l’impianto della ex raffineria e per l’area dell’AMA a sud si propone un nuovo ciclo di vita. Si introducono nuove attività in favore di una fruizione pubblica ed aperta (da officine creative a spazi per il co-working, da spazi aperti per il tempo libero all’impiantistica sportiva) e produttive (vivaio forestale a servizio del processo di rinaturazione).

Reinforcing the truce, the reconstruction of the Valle Galeria landscape un progetto per Roma 20-25. New life cycles for the Metropolis / Celestini, Gianni; Sciarrone, Cristina; Russo, Dalila; Malara, Roberta. - (2015).

Reinforcing the truce, the reconstruction of the Valle Galeria landscape un progetto per Roma 20-25. New life cycles for the Metropolis

CELESTINI, GIANNI;SCIARRONE, CRISTINA;RUSSO, DALILA;MALARA, ROBERTA
2015

Abstract

Valle Galeria, fenomenologia di un territorio conteso E’ stata condotta una esplorazione/mappatura per un processo-progetto-azione per interpretare i fenomeni di un territorio conteso per oltre 30 anni da conflitti ambientali e sociali (discarica di Malagrotta, raffineria, cave, depositi di gas e carburanti…). La chiusura della discarica nel 2013 ha sancito una “tregua” da consolidare con una energica azione di ricostruzione del paesaggio della valle per riportarvi qualità ed equilibrio ambientale e stimolarne la riappropriazione sociale. leggere il paesaggio, gli usi, le permeabilità, le materie. Riconoscere raschiamenti e ri-scritture: le rovine del passato e le macerie del presente, il mosaico temporale per individuare le aree disponibili al cambiamento. mappare il conflitto, spazializzare lo scontro sociale in difesa del paesaggio, tracciare una rete strategica della resistenza, ovvero un insieme di luoghi e pratiche vitali, re-attive. la comunità racconta: incontri, seminari ed un workshop per collocare in una dimensione spaziale desideri, esigenze, punti di vista degli abitanti utile per potenziali azioni di cura del paesaggio. Valle Galeria, la ricostruzione del paesaggio Agire con il paesaggio è una chiave interpretativa ed operativa insieme: ricercare nuove coerenze, sottrarre materie, costruire un racconto nel quale permanenza, riciclo e reinterpretazione diventano azioni concrete di trasformazione. La strategia adottata punta su tre processi/temi: Restituire valore. Si propone l’introduzione di una nuova copertura arborea e arbustiva per la rigenerazione naturale e la connessione spaziale del sofferente e frammentato paesaggio della valle Galeria. Il nuovo sistema boschivo si declina in differenti componenti a carattere spaziale e temporale variabile: bosco ri-generato (0-50 anni), contribuisce al ripristino della funzionalità attraverso azioni di rimboschimento; bosco di transito (0-20anni) è un sistema connettivo che stabilisce relazioni tra parti di territorio; bosco di sosta (0-20 anni) identifica spazi per l’inclusione sociale; bosco coltivato (0-20 anni) si colloca all’interno del sistema agricolo, è destinato alla produzione per la filiera legno-energia. Recuperare per riattivare. All’agricoltura è affidato il compito di produrre effetti sull’economia locale, sulle relazioni sociali, sui caratteri estetici e sulla qualità ambientale. Quattro paesaggi coltivati rispondono alle condizioni del luogo in favore dello sviluppo di spazi interconnessi dall’agricoltura. Paesaggi di prossimità, ai margini e all’interno delle aree edificate per generare socialità con la realizzazione di frutteti urbani, gestiti e condivisi dagli abitanti. Paesaggi di transizione, azioni di “pronto effetto” per restituire subito qualità ambientale con un paesaggio di odori (assenti da oltre 30 anni), da sostituire progressivamente con colture produttive. Paesaggi filtro, per la funzionalità ecologica dell’inquinato Rio Galeria, costituiti da essenze vegetali che lavorano per fito-estrazione, dopo 10 anni lasceranno spazio alle coltivazioni agricole. Paesaggi di continuità, mediazione funzionale e percettiva tra le coltivazioni esistenti e la nuova agricoltura. Trasformare mantenendo. Gli apparati produttivi non funzionanti (discarica, cave) o da disattivare (raffineria,…) possono diventare luoghi altri attraverso processi capaci di avviare nuovi cicli di vita, anche di minore intensità fino a contemplare forme di “abbandono programmato”. Le cave presenti nell’area vengono messe a sistema, con la prospettiva della totale dismissione. Per l’impianto della ex raffineria e per l’area dell’AMA a sud si propone un nuovo ciclo di vita. Si introducono nuove attività in favore di una fruizione pubblica ed aperta (da officine creative a spazi per il co-working, da spazi aperti per il tempo libero all’impiantistica sportiva) e produttive (vivaio forestale a servizio del processo di rinaturazione).
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